Workshop 04 – 2020
Comunicare all'interno e all’esterno i valori delle attività e dei luoghi
Come può la comunicazione aiutare a rendere evidenti e trasmissibili i molteplici aspetti legati all’idea di eguaglianza, condivisione, comunità, benessere, clima, sostenibilità? Gli obiettivi dell’Agenda 2030 sono ambiziosi e complessi, e l’obiettivo di questo workshop è di tradurli e declinarli nei modi dell’agire concreto, quotidiano per far sì che ognuno con semplici gesti possa contribuire al loro raggiungimento.
In questo senso si è interpretato il tema della soglia, del limes, come passaggio da individualità a comunità, da chiusura ad apertura.
Paola Fortuna con Emma Bartolini
con la partecipazione di Gloria Zanotti
consulente storica Michela Maguolo
Come può la comunicazione aiutare a rendere evidenti e trasmissibili i molteplici aspetti legati all’idea di eguaglianza, condivisione, comunità, benessere, clima, sostenibilità? Gli obiettivi dell’Agenda 2030 sono ambiziosi e complessi, e l’obiettivo di questo workshop è di tradurli e declinarli nei modi dell’agire concreto, quotidiano per far sì che ognuno con semplici gesti possa contribuire al loro raggiungimento.
In questo senso si è interpretato il tema della soglia, del limes, come passaggio da individualità a comunità, da chiusura ad apertura.
La città di Venezia, nella sua alterità rispetto a ogni altra realtà urbana, assume valenza paradigmatica nell’indagine sul bordo, il confine, la soglia, il passaggio da privato a pubblico e viceversa, la connessione fra mondi diversi. L’acqua che separa le isole, è anche l’elemento che le tiene insieme, e i ponti stabiliscono connessioni fisiche e simboliche.
Come luogo in cui esplorare il ruolo del design della comunicazione rispetto al significato di temi quali relazione, passaggio, comunità, e trovare forme di declinazione concreta degli obiettivi dell’agenda 2030, si è individuato Rio Terà dei Pensieri, uno spazio sottratto all’acqua dove l’acqua continua ad essere presente, che è divenuto luogo di interconnessione. Rintracciando nella storia di questo luogo, la presenza di confini, quello orizzontale dell’acqua, cancellato quando è stato interrato, e quello verticale del muro che nel tempo ha racchiuso un monastero, una caserma, una prigione, si è organizzato il workshop come messa a punto di una campagna di sensibilizzazione sociale basata sulla consapevolezza e il superamento di quei confini. Terà chiama Terra, questo il titolo scelto per evocare la risonanza fra questo luogo e il nostro pianeta la cui salvezza è l’obiettivo dell’Agenda 2030. La campagna ruota intorno all’idea della comunicazione visiva come ponte fra contenuto e forma, per la comprensione di un messaggio, per suscitare domande.
Stimolati dalle riflessioni e dai racconti di Carla Rey (AICCRE), su Venice City Solutions 2030, e di Massimo Renno (AEres) sul Mercato solidale di Rio Terà, i partecipanti al workshop hanno elaborato delle proposte di identità visiva indirizzate a sensibilizzare il pubblico in modo ludico, leggero, ma capace di far presa. Anche attraverso l’uso del dialetto veneziano, inteso come idioma universale per raccontare una dimensione di vita meno frenetica, anonima, più legata alla concretezza del fare, delle cose.
Biografia
Paola Fortuna, architetto e designer, lavora tra Venezia, Trieste e Parigi. Laureata in architettura a Venezia, esordisce nel campo del visual design nel 1999, per poi fondare a Trieste lo studio +fortuna. Si occupa di grafica editoriale, segnaletica, sistemi di identità visiva, allestimento di progetti espositivi. Opera nella comunicazione per il sociale, la valorizzazione del territorio e per la visualizzazione della storia e degli archivi. L’attività professionale è affiancata dalla didattica e dalla ricerca, fin dal 2003 all’Università Iuav di
Venezia, dove oggi è docente di design della comunicazione. È stata premiata dall’International Institute for Information Design nel 2011, ricevendo con un gruppo di ricerca Iuav, il Grand Prix e nel 2020, vincendo con Iuav e studio +fortuna, Gold, Silver e Bronze Prize nelle categorie Sustainability, Editorial, Social affairs e Universal design. I suoi lavori sono stati esposti in sedi prestigiose tra cui la Triennale di Milano, selezionati
dall’Aiap Women Design Award e più volte pubblicati nell’ADI Design Index.