È mancato Paolo Rosa, importante artista, progettista, intellettuale e docente del nostro corso magistrale.
Lo scorso anno aveva dato la sua amichevole disponibilità a insegnare da noi, facendo convivere con generosità l’impegno didattico con i molti impegni professionali. Questa primavera a Rimini, sua città natale, aveva partecipato a una bella conferenza sul motion design organizzata dal nostro corso di laurea, raccontando con toccante sensibilità e passione la possibilità di dialogo fra arte, progetto e impegno culturale e civile.
Aveva 64 anni ed è stato uno dei fondatori di Studio Azzurro, “bottega d’arte contemporanea”, che fra i primi in Italia ha progettato e realizzato opere, fra l’altro, nel campo di videoarte e videoinstallazioni, di interattività e multimedia. Di certo è stato uno fra i più importanti e innovatori artisti nel nostro paese, riconosciuto a livello internazionale.
Dal 1982, insieme a Fabio Cirifino e Leonardo Sangiorgi e con moltissimi collaboratori che si sono succeduti negli anni in un “laboratorio” abbastanza unico nel panorama italiano, ha ideato e partecipato a festival, manifestazioni, mostre – da Kassel alla Biennale di Venezia e più recentemente a Fare gli Italiani. 150 anni di storia italiana in occasione delle celebrazioni dell’Unità d’Italia nel 2011 –, ma ha progettato anche interventi permanenti in musei e gallerie. Era interessato soprattutto a narrare le “storie” delle persone e delle collettività esplorando le profondità dei loro territori fisici e mentali.
Rosa ha sempre accompagnato l’impegno professionale con quello civile e politico, come intellettuale, artista e progettista attivo nella società. Ha insegnato molti anni all’Accademia di Brera a Milano e di recente nella nostra Università; ha scritto libri, fra cui l’ultimo cui teneva molto, L’arte fuori di sé. Un manifesto per l’età post-tecnologica.