UNIRSM Design News Agopuntura urbana | Design di comunità e abitacoli relazionanti

Agopuntura urbana | Design di comunità e abitacoli relazionanti

Agopuntura urbana | Design di comunità e abitacoli relazionanti al prestigioso Meeting annuale dell’American Society of Landscape Architects
UNIRSM + UNIBO  + NERI

Il Progetto di ricerca applicata pensato e coordinato da Riccardo Varini con Francesco Codicè e Alessio Abdolahian, ha visto 90 studenti dei Corsi di laurea in design dell’Università di San Marino e dell’Università di Bologna ripensare a involucri e sistemi relazionanti collettivi: abitacoli urbani, sistemi integrati di arredo, strutture per esterni pubblici.

L’azienda NERI di Longiano, leader mondiale nel campo dell’arredo urbano in ghisa, con il coordinamento di Enrica Corzani e Raffaella Sacco, crede nella collaborazione con le Università e affianca UNIRSM e UNIBO nel progetto Agopuntura Urbana ospitando il Progetto di Abitacoli e sistemi di arredo urbano in metallo nel proprio padiglione al Meeting ASLA a Los Angeles.

Il risultato di grande prestigio per tutti gli studenti, i docenti e le Università coinvolte è che 6 progetti su 44 sono stati selezionati per essere immessi nel mercato internazionale. Sono stati svilluppati infatti ben 44 progetti.

Gli  abitacoli urbani esposti sono:

– FLOR/RIPARATI DALLA NATURA di Franziska Bartenbach, Caterina Pacelli

INCONTRO PRIMORDIALE  di Ledio Karoqja e Francesco Mancuso

CU.BO  di Stefano Maggi, Marco Puteo

PAUSA NATURALE  di Francesco Legimi e Lorenzo.Moretto

I sistemi di arredo sono:

APLOS  di Danilo Paciotti e Gregorio Vaccari

HITOBASHI  di Riccardo Labanti e Massimo Weigert

Illustrano i progetti  6 schede tecniche + 6 modelli in scala 1:10 e 1:5 esposti e promossi per essere poi sviluppati, immessi nella filiera di produzione e commercializzati dall’importante Azienda NERI di Longiano – Cesena.

I progetti sono stati prodotti all’interno del Laboratorio di design del prodotto 2, tenuto dal docente Riccardo Varini, con Francesco Codicè a San Marino e del Laboratorio di disegno industriale T2, tenuto dal docente Riccardo Varini, con Alessio Abdolahian a Bologna, la codocenza di Valerio Sacchetti e Elena Brigi e un workshop di Mario Branca.

Gli studenti coinvolti sono

Margherita Amati, Franziska Bartenbach, Maria Giulia Bernardini, Francesca Biancardi, Elena Bini, Matteo Brognara, Bruno Calza, Silvia Catarozzo, Giorgia Cevoli, Cecilia Contarini, Fabrizio Dedonatis, Alberto Del Prete, Maria Giulia Di Lorenzi, Francesca Donati, Riccardo Ergi, Tommaso Ferri, Matteo Fornasier, Francesca Gatti, Matteo Giulianelli, Ledio Karoqja, Marta Luciani, Francesco Mancuso, Aurora Micale, Chiara Morrone, *Amanda Nava, Chiara Paradisi, Valerio Pasqualicchio, Caterina Pacelli, Chiara Palmucci, Chiara Pastorelli, Edoardo Porfido, Greta Ruggiero, Stefano Ruscelli, Leonardo Sancisi, Martina Savelli, Carlotta Scarpellini, Gabriele Schieppati, Leonardo Sebastianelli, Nicolò Tamagnini, Giacomo Temeroli, Mara Tittarelli, Valentina Toccaceli, Alessia Tropeano, Giuseppe Varasano, Claudio Vitiello, Lorenzo Zavaglia

Catalina Delanoe, Riccardo Labanti, Francesco Legimi, Michele Lobbia, Caterina Madonna, Davide Massimi, Stefano Maggi, Grazia Chiara Menozzi, Vera Modugno, Giusivelia Morena, Lorenzo Moretto, Catalina Murtagh, Graziella Naso, Dario Orlandi, Danilo Paciotti, Camilla Palmieri, Martina Parisi, Veronica Pasini,
Lorenzo Piazza, Elisa Piazzi, Michele Poliziani, Enrico Primiterra, Diego Pucci, Marco Puteo, Alessandro Radi, Francesco Raglione, Klebiana Resuli, Francesco Robuschi, Luca Rondelli, Nicola Salicini, Beatrice Salvi, Ilaria Tarozzi, Davide Tomasetta, Giulia Trazzi, Gregorio Vaccari, Filippo Vai, Emma Varotti, Samuele Venturi, Virginia Vignali, Mattia Vincenzi, Massimo Weigert, Dalila Zagnoni, Denwei Zhai, Haoying Zhang,

Descrizione del brief e degli obiettivi

Città, borghi, parchi urbani: luoghi concepibili come strutture complesse simili a organismi viventi. Sottoposti a continue trasformazioni e cambiamenti, vedono mutare repentinamente anche le strutture sociali che vi abitano e nascere nuovi equilibri relazionali. In questi contesti, strategie, interventi e attività generati secondo i criteri dell’”agopuntura e del ricucitura urbana”, consentono un approccio di “grande sensibilità nell’analisi dei sintomi e nei metodi diagnostici usabili” per proporre progetti puntuali, flessibili, adattabili, partecipati e efficaci per le comunità che li animano. È in questi termini che ci parla Oriol Bohigas, quando negli anni ‘80 partecipa insieme a urbanisti, architetti e politici alla ri-progettazione urbana di Barcellona. “La metafora dell’agopuntura come terapia urbana per gli spazi pubblici suggerisce l’uso di soluzioni che stimolino o arricchiscano le attività urbane esistenti, contrapponendosi a drastici o traumatici cambiamenti” aggiunge Jesùs Hernàndez in un recente studio sulla Public space acupuncture.

Il Laboratorio di Disegno Industriale fonda il proprio metodo e sviluppa il processo progettuale secondo questi presupposti. I temi di lavoro si confrontano con il progetto di involucri o di sistemi relazionanti collettivi: abitacoli urbani, sistemi integrati di arredo, strutture per esterni pubblici.

Agli studenti si richiede di avviare il processo in primo luogo con un’indagine tipologica di positivi esempi di sistemi di arredo urbano o di micro involucri collettivi, permanenti o temporanei. Di realizzare una tavola di sintesi e due modelli in scala, dei volumi e della struttura. Di considerare l’identità aziendale, il tono di voce e il family feeling. Di comprendere gli scenari di produzione visitando gli stabilimenti dell’azienda partner del progetto. Di comprendere gli scenari del mercato dell’arredo urbano analizzando materiali, sistemi e processi. Di affinare lo studio del contesto d’uso, delle comunità residenti o di passaggio, delle funzioni assolte dagli arredi, delle necessità di relazione, scambio, interazione dei fruitori degli spazi pubblici. In questo lungo percorso di conoscenza, il progetto conclusivo di alcune nuove componenti da proporre per arricchire lo spazio urbano, diviene occasione di ripensamento delle relazione stesse tra pubblico e privato, persone e contesto. Di riflessione sul valore culturale e sociale del nostro operato. A guidare la definizione del progetto finale i principi di modularità, adattabilità e flessibilità.

 

obiettivo | progettare per le comunità

tema | abitacoli relazionanti collettivi, sistemi integrati di arredo e strutture per esterni pubblici o privati

contesto | città, paese, borgo

aree | piazze, scuole, parchi, boschi, lagune

funzione | incontro, scambio, interazione

valore | culturale, locale, sociale

materiale | alluminio, ferro, ghisa